Cos'è l'arteterapia

L’Arte Terapia è una terapia espressiva, uno strumento di conoscenza di sé, che utilizza il processo creativo e l’uso di materiali artistici per favorire lo sviluppo affettivo e cognitivo.

Le risorse utilizzate sono le potenzialità che ognuno di noi possiede, di elaborare il proprio vissuto e di esprimerlo creativamente. Il focus dell’arteterapia, più che sul prodotto artistico finale, è sul processo creativo in sé. Ciò che è importante è soprattutto l’esprimersi, il creare. L’atto di produrre un’impronta creativa permette all’individuo di accedere agli aspetti più intimi e nascosti di sé, di contattare ed esprimere le emozioni più profonde e spesso inaspettate, e di sperimentare e potenziare abilità spesso ignorate o inutilizzate. In questo senso il processo creativo, al di là del contenuto e del risultato finale, è già terapeutico in sé.

L’Arte Terapia fornisce l’opportunità per una comunicazione non verbale e dà la possibilità di esprimere le proprie emozioni e le proprie fantasie, belle o brutte che siano. Attraverso forme e colori è possibile creare un ponte tra ciò che sta dentro e quello che compone la realtà esterna, dando ascolto, spazio ed armonizzando entrambe le dimensioni.

Un po’ di storia

Da sempre l’arte è considerata una forma di comunicazione importante, che riesce ad arrivare dove le parole non riescono ad arrivare. Arte e guarigione si intrecciano già nel mondo antico.
Il desiderio dell’uomo di lasciare la propria impronta e di esprimere le immagini mentali nasce con lui; basti pensare ai graffiti rupestri, alle prime forme in terracotta, all’arte della maschera, ai riti e misteri della musica e della danza.

Arte per la prima volta negli ospedali psichiatrici

Nella nostra cultura l’arte entra agli inizi del XIX° secolo negli ospedali psichiatrici ed è ampiamente documentato il crescente interesse della psichiatria in quel periodo, per l’espressione delle forme date alle proprie immagini mentali, da parte dei malati. Gli strumenti erano quelli consueti del disegno, della pittura, della scultura, musica, danza, recitazione.
Con Freud e le sue teorie sull’inconscio e l’immagine onirica si sottolineò il legame tra immagine e mondo interiore, anche se non impiegò l’arte come strumento terapeutico pur ritenendo il prodotto artistico come specchio del mondo interno.

L’importanza del processo creativo

In un’ottica molto diversa, anche Jung ha parlato di arte come un mezzo per contattare e esprimere le immagini appartenenti all’inconscio, egli porta l’attenzione sul processo creativo, che consiste, a suo parere, nell’attivare le immagini archetipe inconsce, rielaborarle e tramutarle in un prodotto finito, rendendole così comprensibili a tutti, per questo Jung attribuisce all’arte un valore sociale.

Vygotskij ha inoltre trattato del concetto di creatività e di immaginazione, ritenuti due momenti integranti e indispensabili ad una corretta conoscenza della realtà. La creatività stimola alla ricerca di nuove soluzioni e al cambiamento, dunque l’espressione artistica non è più una fuga dalla realtà, bensì ne diventa uno strumento di conoscenza fondamentale.

Importante anche il lavoro di Winnicott che ha definito la creatività un aspetto fondamentale che dà senso alla vita; egli paragona l’arte dell’adulto al gioco infantile con la sua importante funzione di mediare tra il mondo interno e il mondo esterno.

Le fondatrici dell’arteterapia

Tra i principali autori universalmente riconosciuti per aver contribuito allo sviluppo dell’arteterapia a partire in particolare dagli anni ’’40, le vere fondatrici dell’arte terapia sono considerate Margaret Naumburg ed Edith Kramer, i cui testi continuano ad essere usati quali fonti preziose nella letteratura sull’arteterapia contemporanea.

Margaret Naumburg (1947), di stretta derivazione psicodinamica, ha una visione molto vicina a quella di Freud e considera il prodotto artistico del paziente come uno strumento d’accesso ai suoi contenuti inconsci, da utilizzare nel corso della terapia come materiale da interpretare ed è dunque vista ed utilizzata esclusivamente come strumento diagnostico. L’arte, dunque, come strumento ai fini della terapia, e non arte come terapia.

Edith Kramer (1958), invece, si muove da un’ ottica completamente diversa e concentra l’attenzione sul processo creativo, ritenuto di per sé uno strumento terapeutico. L’espressione artistica del paziente non è vista solo come mezzo per l’espressione dei conflitti inconsci, ma come strumento per la loro risoluzione e come risorsa per la crescita e la maturazione personale. Arte, dunque, finalmente, come terapia.